Da Smart ad Adaptive City
Secondo la letteratura accademica dominante e le visioni prevalenti nelle industrie pertinenti, una smart city è definita come un'area urbana che fonde le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) con le infrastrutture tradizionali, avvalendosi di avanzamenti digitali per la loro integrazione e coordinazione.
Tale modello è stato il pilastro di circa 443 progetti in oltre 286 città globalmente fino al 2019, strutturati tipicamente su tre livelli: infrastrutturale, dati e servizi.
Le infrastrutture tecnologiche, come il 5G, i sensori e le videocamere, sono il punto di partenza per sviluppare il livello dei servizi. Tuttavia, questo approccio tecnocentrico può subire l'influenza commerciale dei fornitori di tecnologia e può mancare nell'adattarsi alle caratteristiche locali, non soddisfacendo pienamente i bisogni degli utenti.
Al contrario, una "Adaptive City" inverte questa sequenza, ponendo in primis il livello dei servizi, informato da metodologie di Contextual Design e Innovation Management.
Questo consente l'elaborazione di strategie radicate nell'analisi contestuale, focalizzandosi su problemi e risorse locali di varia natura.
Con un orientamento user-centered, si costruiscono servizi che non solo risolvono i problemi identificati ma sono anche sostenibili, basandosi sulla resilienza e autosufficienza locale.
In questa visione, la città si trasforma in un'entità dinamica, in grado di adattarsi alle esigenze particolari di ogni cittadino, personalizzando l'interfaccia e i servizi in base a fattori come età, professione o esigenze specifiche.
La tecnologia diventa uno strumento per realizzare servizi su misura, aumentando il coinvolgimento e la consapevolezza degli utenti.
Solo dopo aver definito i servizi necessari, si selezionano le tecnologie più adeguate per implementarli.
In un tale contesto, il livello dei dati diventa ibrido, arricchendo e migliorando continuamente il livello dei servizi attraverso un feedback ciclico che facilita la comprensione dell'interazione tra cittadini e servizi, perfezionando quelli esistenti o creando nuovi.
Questo processo circolare e metabolico è essenziale nella struttura concettuale di una città adattiva.